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NELLA SEMPLICITÀ DI UN BAMBINO   Il tempo del Natale, con le sue feste, i suoi banchetti, lo scambio di regali ed auguri, rappresenta una sosta nel cammino umano, durante la quale possiamo interrogarci sul nostro esistere, sul nostro essere nel mondo. Il Natale è innanzitutto un “compleanno”, rappresenta una nascita per certi aspetti non diversa da quella di tutti noi, ma che dischiude nella sua semplicità un mistero grande. In questo giorno siamo invitati a ricordare che nacque, nella piccola città di Betlemme, Gesù il Nazzareno figlio di Giuseppe il falegname della Casa di Davide. Certamente un modo inusuale, per i nostri tempi, per identificare un nuovo nato. Tuttavia questa lunga descrizione ci permette di identificare correttamente una persona storicamente esistita, di inserirlo nelle trame della storia. Molti sono i nomi che la tradizione e la riflessioni attribuiscono a questo bambino, nel tentativo di comprendere il suo mistero. Fra i molti c’è quello di Emanuele. Em
ATTESA DELL’UMANITÀ   Puntuale come sempre, anche quest’anno è giunto il mese di dicembre che con le sue lunghe notti e i suoi giorni che corrono veloci con la frenesia della ricerca dei regali, chiude proponendoci il bilancio dell’anno che sta terminando. La nostra attenzione è rapita, come in un vortice che non trova fine, dalla ricerca sfrenata del regalo perfetto, il quale, coniugandosi con la crisi economica che sembra non trovare tramonto, sappia portare gioia, stupore ed amore a chi lo riceverà.             In questa folle corsa ci si perde tra negozi, mercatini e supermercati che, come sirene di omeriana memoria, attirano la nostra attenzione. Si è trascinati dalla folla, o meglio dalla massa umana che si muove per le vie delle città. Basta fare un giro a Milano, tra piazza Duomo e Corso Vittorio Emanuele, per essere rapiti, anche se non lo vogliamo, da questo fiume di uomini e di donne che camminano con sacchetti in mano. Il tutto si svolge con uno sfondo di luci c
APRIRE LE PROPRIE BRACCIA COME QUELLE DI CRISTO Chiesa, amore e nuove famiglie   Di recente, come ormai ben tutti sanno, si è svolto il Sinodo Straordinario della Chiesa Cattolica Romana. Tema del Sinodo erano le nuove sfide che la Chiesa dovrà affrontare nei prossimi anni in relazione ad una istituzione, quella della famiglia per l’appunto, che è in continuo mutamento. È sotto gli occhi di tutti che il modello famigliare stile “mulino bianco” non funziona più e molto probabilmente non ha mai funzionato. In brevissimo tempo si è passati da una famiglia allargata (quella dei nostri nonni) che comprendeva nonni, zii, cugini, etc., ad una famiglia più ristretta (quella dei nostri genitori) costituita dai soli genitori e figli, per giungere in ultima istanza da un lato ad una nuova famiglia allargata formata da divorziati risposati e relativi figli e dall’altra parte nuovi nuclei famigliari costituiti da persone dello stesso sesso. La Chiesa Cattolica dal canto suo ha sempr
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DONNE, CHIESA E VESCOVI Riflessioni tra finte paure realtà vere Sabato mattina, come di consueto, durante la colazione mi sono dedicato alla lettura del settimanale locale, di informazione Cattolica, “il Nuovo Torrazza” diretto dal rev don Giorgio Zucchelli e proprio il suo editoriale ha attirato la mia attenzione. Titolo: Vescovo donna? . Supponendo fosse un “semplice” articolo di cronaca sulla recente conferenza della Chiesa Anglicana mi sono subito accinto a leggerlo, scoprendolo però essere un articolo di critica (abbastanza) serrata verso le decisioni prese dalla Chiesa d’Inghilterra. Antefatto. Come di consueto in luglio la Chiesa d’Inghilterra si è riunita nel Sinodo di York che ogni tre anni ha il compito di decidere le linee guida per l’amministrazione della Chiesa. Al sinodo, diversamente che nei Concili della Chiesa Cattolica Romana, partecipano, con peso uguale, le rappresentanze dei tre ordini della Chiesa: vescovi, presbiteri e laici. Tra gli argomenti presi in e
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CAVALCANDO L’ONDA Il tempo dell’estate con la sua calura e il dolce sonnecchiare all’ombra di un albero o a bordo piscina, si presenta come il periodo ideale, grazie anche alle ferie, per poter leggere e soprattutto leggere un buon libro. Per alcune settimane vorrei proporre alcune letture che potranno essere stimolanti per la riflessione ma non troppo pesanti così da non mandare il cervello fuori uso. Per iniziare vorrei proporvi un libro scritto da un pastore Episcopale (Chiesa Anglicana USA) che è stato per diversi anni cappellano e missionari in Italia: fr Russell G. Ruffino. Il titolo del libro è Riding the crest of the waves ovvero Cavalcando l’onda . Il libro scritto in un inglese accessibile a chiunque abbia una conoscenza anche elementare della lingua, si presenta come una raccolta delle riflessioni che padre Russell ha prodotto nell’arco del suo ministero. Ordinato sacerdote della Chiesa Romana Cattolica, diventerà successivamente sacerdote della Chiesa Episcopale n
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FRATELLI ANGLICANI E PAPI SANTI Domenica 27 aprile, seconda di Pasqua detta “della Divina Misericordia”, è stata una domenica storica per la chiesa Cattolica e non solo. Infatti in occasione della canonizzazione di due papi, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, erano presenti altri due papi concelebranti, il papa emerito Benedetto XVI e l’attuale pontefice Francesco. Nella storia ecclesiale degli ultimi due anni, in particolare dalla rinuncia al pontificato da parte di papa Ratzinger, ci siamo (quasi) abituati agli eventi “straordinari”. Questa canonizzazione, che già di per sé rappresentava un fatto eccezionale perché vedeva “radunati” quattro papi [1] , quattro pontificati diversi ma mossi dal medesimo Spirito ( vi è diversità di carismi, ma vi è un medesimo Spirito [2] ), è stato ancora di più un evento eccezionale perché di portata ecumenica. Radunati in piazza San Pietro non vi erano infatti solo Cattolici ma anche diversi rappresentanti delle Chiese Ortodosse e delle Chie
“PERCHÉ PIANGI?” TI CHIAMA PER NOME “Non ha apparenza né bellezza per attrarre i nostri sguardi. Uomo dei dolori  che ben conosce il patire, disprezzato e reietto dagli uomini. Eppure Egli si è caricato delle nostre sofferenze [1] ” . Il passo appena citato, del profeta Isaia, viene letto dalla Chiesa Cattolica ed Anglicana durante la celebrazione della Passione il Venerdì Santo. In esso il profeta parla della sofferenza del Servo di YAHWEH, che la fede Cristiana identifica con Gesù Cristo. Leggendo oggi queste parole, possiamo vedere come sia facile fermarsi al giorno della Croce. Per l’uomo contemporaneo, immerso nel mare dell’estetismo e del successo mondano, l’Uomo Crocefisso non ha alcuna bellezza che possa attrarre il suo sguardo. La nostra attenzione viene più facilmente attratta da ciò che è bello in apparenza, ma vuoto nel suo significato. L’uomo contemporaneo sembra non esser mai sazio di quella “chiacchera” [2] che non arricchisce di senso e di valore la sua vita (n
L’ESSERE DELL’UOMO: UN VIAGGIO Nel secolo scorso il filosofo tedesco Martin Heidegger, definiva l’essere dell’Esserci (l’Uomo) come un essere nel tempo [1] . Un esistere nel tempo e nella sua quotidianità. Ad ogni singolo uomo rimane la scelta fra una vita autentica ed una vita inautentica [2] , tra una vita, che con un linguaggio “moderno”, potremmo definire vissuta realmente ed una vita “sprecata”. Le riflessioni di Heidegger presentate ormai ottantasette anni fa’, risultano essere di una straordinaria attualità. Mai come oggi, la crisi di valori ha portato ad una confusione su ciò che rende una vita autenticamente degna di essere vissuta e ciò che non la rende. Le riflessioni e le teorie che per secoli hanno accompagnato l’uomo nel suo divenire, non sembrano avere più validità. In particolare ciò che sembra maggiormente mancare ad ogni uomo è una guida , non necessariamente una persona in carne ed ossa, ma una figura che attraverso le sue riflessioni ci accompagna, come Beatr