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Visualizzazione dei post da marzo, 2014
Una volta si risorgeva! Una volta si risorgeva, e oggi? Parto volutamente con una provocazione all’inizio di queste mie riflessioni che prendono spunto dall’ultimo libro dott. Secondo Giacobbi [1] sul tema “invecchiamento e morte” nella nostra società e da quanto emerso dal dibattito on-line del Caffè Filosofico di Crema. Il tema non è dei più scontati, perché come ha messo in luce l’illustre psicoterapeuta, mentre la vita continua, quasi inesorabilmente, ad allungarsi non si può altrettanto dire della qualità della salute degli ultimi decenni di vita di ogni singolo individuo. Non ho intenzione di fare in questa sede un’analisi medico-scientifica dello stato di salute del paziente medio, né tanto meno fare una previsione economico-sociale delle “cause” che il fenomeno “invecchiamento longevo” provocherà. L’aspetto sul quale mi voglio soffermare è una “componente” molto importante della vita di ogni individuo, un appuntamento al quale nessuno manca, ma un tema di cui non si parla
TRATTO DALLA TERRA PER ESSERE IL SUO CUSTODE “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” [1] . È con questa semplice frase che la Bibbia, dopo aver descritto la nascita del mondo per opera del suo Creatore, pone in luce quale sia il compito, il fine ultimo dell’uomo sulla terra: essere il custode dell’intero creato. Un compito molto semplice, perché, nell’ottica del redattore del libro sacro, tutto ciò che è stato creato (umanità compresa) è cosa buona [2] . Tuttavia l’umanità è venuta meno alla sua missione. Perché? Forse per pigrizia? O per un senso di superiorità da parte dell’uomo? Gli alibi dell’uomo Come prima risposta qualcuno potrebbe suggerire che il compito del primo uomo era quello di custodire non l’intero creato ma solamente il giardino dell’Eden, quel mitologico paradiso terreste ove l’uomo non doveva faticare per procurarsi la propria sussistenza ne tanto meno soffrire a causa del Male che in esso non
Uno spazio nel quale fermarsi a pensare, a riflettere sulle piccole cose e le grandi questioni.