CHI HA PAURA DELLA LOGICA?
Intervista alla filosofa e logica Miriam Franchella


La calura che tiene in scacco l’Italia dall’inizio dell’estate sembra non dare tregua e in una Milano, che si appresta a svuotarsi, incontriamo la professoressa Miriam Franchella[1] docente associata di Logica. Tema dell’incontro è la logica che cercheremo di conoscere e (forse) impareremo ad apprezzare.

Prof.ssa, lei insegna Logica dell'Università degli Studi di Milano, una materia ai più sconosciuta o al massimo collegata a qualche lezione di matematica delle medie e del liceo, o tutt’al più ad alcuni "giochi" per allenare la mente. Che cos'è la logica? 

Nei secoli ci sono state tante definizioni di logica. Direi che si può affermare che il suo significato principale è quello di studio del ragionamento corretto, cioè studio delle deduzioni corrette. Il significato si è poi ampliato fino a comprendere le inferenze induttive[2] o, addirittura, in Kant, a valutazione dell’oggettività delle conoscenze a priori[3]. Comunque, quando si intende qualcosa di diverso dallo studio della deduzione, si aggiunge sempre un aggettivo di precisazione: logica induttiva, logica trascendentale, ecc.

Dai corsi che lei tiene e dai libri che scrive, traspare un forte amore per la logica, quando è nato questo amore?

Da bambina, mio padre, che era insegnante di italiano e latino, teneva molto a che io affinassi le mie capacità razionali, proponendomi enigmi vari da risolvere e stimolando il mio pensiero critico, mentre mia madre batteva sul fronte della matematica, facendomi risolvere, come passatempo, problemi sempre più complicati. Poi, al ginnasio ho incontrato un’insegnante di matematica, Silvana Galdabini, che curava molto anche l’aspetto storico delle sue materie e che, presentandomi i primi rudimenti di geometria euclidea, mi ha fatto conoscere l’intreccio fra logica e geometria, dall’antichità classica a Hilbert[4]. Ha anche organizzato a scuola una serie di conferenze tenute da docenti universitari, tra i quale c’era Corrado Mangione[5]. Ricordo che, di quell’incontro, mi colpì l’esistenza di logiche alternative a quella classica e, in effetti, poi, ho scritto la mia tesi di laurea proprio sulle critiche al principio del terzo escluso[6].

La nostra epoca sembra caratterizzata da un disinteresse per la cultura, o per un certo tipo di cultura. Fanno eccezione, talvolta, alcune discipline scientifiche che attraggono l'attenzione del pubblico e dei giovani per le loro scoperte (si pensi ad esempio alla sonda Rosetta). Qual è secondo lei il rapporto che i giovani hanno con la logica? E che cosa bisognerebbe fare per avvicinarli a questo studio?

Mah, ho l’impressione che i giovani, della logica, conoscano solo (al massimo) i quiz che vengono somministrati nei test d’ammissione a vari corsi di laurea. Io ho scritto, con una mia ex-allieva, Laura Russo, un volumetto[7] di preparazione a quei quiz: prima di redigerlo, mi sono documentata ampiamente sulle varie tipologie di quesiti che vengono catalogati sotto l’etichetta di “logica”, per cui posso dire a ragion veduta che essi rappresentano solo alcuni aspetti della logica e che , per giunta, venendo presentati in occasioni di eventi così stressanti, certamente non possono essere né gustati né interiorizzati per una successiva pratica quotidiana. C’è una parte della logica, quella più strettamente legata all’argomentazione quotidiana e che nei paesi anglofoni va sotto il nome di critical thinking, che dovrebbe essere praticata in tutte le scuole superiori per poter preparare i giovani alla vita sociale e politica: è essenziale che un cittadino sappia smascherare le fallacie nei discorsi dei politici! Questa è la parte più antica della logica, che ha ricevuto la sua spinta propulsiva nella Grecia in cui, nei tribunali e nelle assemblee, le capacità manipolatorie degli allievi dei sofisti giocavano un ruolo molto pesante, quotidianamente. Una delle tecniche più comuni era di portare l’avversario a contraddirsi, e attraverso la definizione di quelli che noi ora chiamiamo il principio di non-contraddizione (=non è possibile che lo stesso soggetto, nello stesso momento e nello stesso aspetto, goda e non goda di una data proprietà) e del terzo escluso (= un soggetto, nello stesso momento e nello stesso aspetto, o gode o non gode di una data proprietà) Aristotele mette dei paletti ben precisi al concetto di contraddizione: affinché si possa parlare di contraddizione, devono essere realizzate tutte e tre le condizioni indicate: stesso soggetto, stesso momento, stesso aspetto della proprietà.
Poi esistono altri aspetti della logica, nati dall’incontro prima fra logica e algebra avvenuto nell’Ottocento, e poi fra logica e informatica avvenuto nel Novecento, quindi più legati alla costruzione di sistemi simbolico-formali e alla riflessione sulle loro potenzialità deduttive, che possono essere presentate ai giovani solo a livello universitario, ma che costituiscono il vero nucleo della ricerca attuale.

Nelle sue opere ha mostrato spesso l'esistenza di diverse logiche, a volte quasi in opposizione tra di loro. Pensiamo ad esempio alla monografia "A rigor di logica"[8], dove in copertina trionfa un Cristo che scaccia i mercanti (poco avvezzi alla logica divina) dal tempio. Una coesistenza così ampia di "logiche", non rischia di confondere, di creare un "caos ordinato"?

No, nessun rischio di confondere, anzi! Però bisogna intendersi su che cosa significhi “logiche diverse”. Di solito, in un contesto strettamente scientifico, per “logiche diverse” si intendono tecnicamente sistemi formali con regole d’inferenza diverse. Fra di loro non c’è conflittualità: semplicemente, hanno campi di applicazione ben definiti. Non applico la logica quantistica all’analisi di un discorso giornalistico o politico, così come non applico la logica classica al mondo della fisica delle particelle.
In contesti meno accademici, per “logiche diverse” spesso si intendono “postulati iniziali” diversi, cioè insiemi di idee sul mondo diversi: non regole d’inferenza diverse, ma punti di partenza diversi.
A volte, non è chiaro che i punti di partenza di due contendenti sono davvero diversi, e mettere in luce questo fatto può costituire un atto di smascheramento dell’altro molto forte. La cacciata dei mercanti dal tempio da parte di Gesù mi sembra che possa inserirsi in quest’ultima accezione di “logiche diverse”.

Prima di ringraziarla per il tempo che ci ha concesso, le chiederei di indicarci qualche libro per l'estate e non solo che introduca (i profani) al mondo della logica, senza “spaventarli troppo”.

Per quanto riguarda l’argomentazione, è gradevole il libro E qui casca l’asino di Paola Cantù (editore Bollati Boringhieri). Per quanto riguarda le tematiche di logica più vicine alla matematica, direi che La logica a fumetti (editore Cortina) può rappresentare un approccio soft alla materia, mentre il testo Il diavolo in cattedra di Piergiorgio Odifreddi (editore Einaudi) resta un riferimento standard, un po’ più complesso, per un lettore che sappia guardare al nucleo del discorso senza farsi distrarre dai lazzi teologici.

Corrado Mangione, filosofo e logico italiano


[1] Miriam Franchella (1965), laureata in Filosofia nel 1987 presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito il dottorato di ricerca nel 1992. È una logica e filosofa italiana che sul solco tracciato dal prof. Magione continua a far fiorire il rinascimento logico italiano, appassionando giovani menti allo studio delle logiche possibili.
[2] Il processo logico che ci permette di ricavare conclusioni da una serie di enunciati che costituiscono le premesse del ragionamento.
[3] Le conoscenze che hanno carattere di universalità.
[4] David Hilbert (1862-1943) fu un matematico tedesco, noto per aver costruito, dai tempi di Euclide, una nuova visione assiomatica della geometria con  la sua opera Fondamenti di geometria pubblicata nel 1899.
[5] Corrado Magione (1930-2009) è stato un logico e filosofo italiano, “uno dei padri della rinascita degli studi di logica in Italia nella seconda metà del secolo scorso” (E. Ballo, M. Franchella, 2006).
[6] Si veda: M. Franchella, Il terzo escluso: genesi e critiche di un principio, Edizioni dell'Arco, Milano 1995.
[7] M. Franchella, L. Russo, La logica in sintesi. Per ripassare e prepararsi ai test di ammissione all’Università, Zanichelli.
[8] M. Franchella, A rigor di logica, LED.

Commenti

Post popolari in questo blog

“Vincent Van Gogh - Sulla soglia dell’eternità”

La vita... come un palcoscenico

Tre serate di filosofia del diritto