MARTIN LUTERO (1)
Con
questo post, vorrei inaugurare una serie di interventi che avranno come
obbiettivo quello di scoprire la figura del padre della Riforma Martin Lutero.
Questa scelta nasce da un lato dal fatto che a Roma sarà inaugurata (con
delibera del Consiglio Comunale del 13 marzo 2015) Piazza Martin Lutero[1] e
proprio quest’anno ricorre il 20° anniversario dell’Intesa stipulata tra la
Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi[2]) e la
Repubblica italiana. Dall’altro lato nel 2017 cadranno i 500 anni della Riforma
che proprio dalle 95 tesi e dall’operato di Martin Lutero prese avvio.
Per
questo primo appuntamento vi propongo (o meglio ripropongo) un mio intervento
sul tema “Agostiniani e Crema”. Come tutti ben sanno Lutero, prima della
scomunica, fu un monaco agostiniano e gran parte della sua riflessione parte
dall’analisi dei testi del padre della Chiesa denominato doctor gratiae. A Crema venne fondato uno dei più importanti
monasteri agostiniani d’Europa, e pur in mancanza di prove sull’effettivo
passaggio a Crema di Lutero, possiamo comunque iniziare questa nostra indagine
da questo storico luogo.
* * *
Agostino d’IpPona, illustri
cremaschi e (forse) Lutero
Durante
l’ultima serata del Caffè Filosofico[3] abbiamo
potuto assaporare la Crema di più di 600 anni fa’, riuscendo a scoprire
un’altra gemma della nostra storia cremasca. La conoscenza del nostro passato è
infatti essenziale se vogliamo capire il nostro presente e (forse) migliorare
il nostro futuro. La lectio tenuta dal dott. Walter Venchiarutti ci ha portato
a scoprire, sorprendendoci, la storia e il ruolo che ha avuto la nostra città
in quel lontano periodo. Infatti in Crema trovava sede il più importante
convento agostiniano (ora museo) dell’epoca e a cui facevano capo tutti i
centri limitrofi. Inoltre è stato dimora di alcuni personaggi, fra i quali Gian
Rocco Porzi e Agostino da Crema, che hanno influenzato (e forse cambiato) la
storia d’Italia. Le figure di questi frati possono, come ha suggerito il prof.
Guerini, essere una faro di luce e di speranza per questi nostri tempi bui. Tempi
nei quali l’assenza di figure e punti di riferimento inducono a ritenere che
forse la notte non potrà mai terminare.
La
notte tuttavia non deve essere solo sinonimo di “sonno”, luogo privilegiato dei
dormienti. Infatti le notti di
Agostino d’Ippona (filosofo e padre della Chiesa) erano produttive come il
giorno: nella notte la mente non smetteva di allenarsi ed interrogarsi come
egli stesso dichiara “questa era
diventata per me una consuetudine, per l’amore di trovare il vero, tanto che o
nella prima parte della notte (...) o almeno nella seconda, per quasi metà
notte riflettevo insonne”[4].
Basta quindi leggere i Dialoghi
agostiniani[5]
per accorgersi come il padre del pensiero medievale non solo si dedicava ad un
meritato riposo, ma soprattutto sfruttava il tempo della quiete notturna per
interrogare se stesso, il proprio spirito, e a volte trovare motivi d’indagine:
“una notte come al solito vegliavo e in
silenzio riflettevo (…) quand’ecco il mormorio delle acque che scorrevano
dietro i bagni colpì il mio udito e vi feci caso più attentamente del solito.
(…) Inizia a domandarmi quale ne potesse essere la causa.[6]”.
L’interrogarsi notturno di Agostino investe anche i suoi studenti, dato che il
brano appena citato prosegue con il dialogo fra il maestro e il suo allievo
Licenzio che si era svegliato. La notte inoltre, rappresenta per il filosofo
d’Ippona l’occasione perfetta per interrogare il proprio spirito, o meglio la ratio pura. Esempio perfetto è il
dialogo dei Soliloquia dove Agostino
si interroga sul proprio modo di procedere nella conoscenza del mondo,
dell’anima e di Dio.
Possiamo
dunque imparare da Agostino che anche se attorno a noi la notte sembra
prevalere (e non solamente perché il sole è tramontato), con il nostro
pensiero, col nostro riflettere ed analizzare, possiamo andare oltre e superare
le difficoltà. Il convento agostiniano della nostra città, ha forgiato monaci
sapienti che sull’interrogarsi e il tendere sempre alla perfezione del corpo e
dello spirito, hanno fondato tutta la loro vita. La vita ascetica e/o
claustrale non è certamente per tutti, ma tutti, ognuno secondo il proprio
essere, è chiamato a rischiarare le tenebre che in questi anni hanno avvolto il
nostro mondo. Figure come quelle dei nostri illustri cremaschi possono essere
fonti di ispirazione, soprattutto in tempi come i nostri di crisi economica,
morale e di insicurezza sociale. Le loro storie, il loro pensiero possono
essere un ulteriore aiuto a uscire da tale situazione e andare verso un mondo migliore
nel quale possiamo vedere finalmente l’alba di un giorno nuovo. Agostino
d’Ippona non passò mai da Crema e qualche volta (forse pochissime) è presente
nelle aule scolastiche, ma deve diventare un compagno di viaggio. Attraverso i
suoi scritti si può comprendere molto del nostro esistere e con lui possiamo
allenarci (anche prima del riposo serale per i coraggiosi) al ragionare e al
pensare.
Anche
l’agostiniano Martin Lutero, padre della Riforma, imparò con Agostino e sui
testi del padre della Chiesa ad interrogarsi, a porre in questione il mondo che
lo circondava. Non sappiamo se passò dall’importante convento agostiniano di
Crema, di certo è uno dei personaggi più noti anche ai giovani d’oggi. I
giovani (e io mi chiamo in causa per primo) dal teologo Lutero possono imparare
il gusto della sfida nel voler cambiare le cose che non vanno. Il gusto non
solo della denuncia delle iniquità della società, ma anche il coraggio di
giocarsi in prima persona nel cambiare il mondo.
Lutero
nel 500 ha compiuto una rivoluzione che ha cambiato per sempre il volto della
cristianità, ma lo ha fatto perché aveva imparato con Agostino ad interrogarsi
sul mondo e su che cos’è la verità. Da Crema partirono due agostiniani, più o
meno contemporanei a Lutero, che con le loro doti aiutarono a cambiare le sorti
se non dell’Italia intera, almeno della Lombardia e del Veneto. E chissà che in
un futuro prossimo non partano altri due giovani cremaschi che possano aiutare
a cambiare se non il volto del mondo almeno quello italiano. Ciò che non
dobbiamo però mai dimenticare è che la
verità ci sarà sempre, anche nel caso in cui il mondo scompaia[7].
Monastero agostiniano – Crema (CR)
[1] Al
seguente link potete trovare la notizia riportata dagli organi di stampa Avventisti
di Roma e laRepubblica di Roma:
[3] Ci si
riferisce alla serata del 13/01/2014
[4]
Agostino, De Ordine, I,iii,6
[5] In
particolare Contra gli Accadici, De
Ordine, Soliloquia, De Anima
[6] Ibidem
[7]
Agostino, Soliloquia, II,ii,2
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