Felicità

"Non restare mai dove non ti senti fiorire"


In questi giorni leggendo i post pubblicati su Facebook, mi sono soffermato sulla pagina della dottoressa Simona Pozzi, una giovane psicologa. In uno dei suoi ultimi interventi la dottoressa Pozzi ha riportato un aforisma anonimo, che mi ha fatto molto riflettere: "non restare mai dove non ti senti fiorire". 

Immediatamente mi è venuta in mente l'immagine del kindergarten proposta dal pedagogista romantico Friedrich Fröbel, il quale proponeva di porre al centro dell'azione educativa il bambino. Come le piccole piante necessitano di stare al centro dell'attenzione di chi le cura, così anche i ragazzi necessitano della medesima attenzione per la loro crescita educativa e cognitiva. La corretta attenzione dell'educatore e dell'insegnante possono essere efficaci solamente se anche l'ambiente vita dei ragazzi sono costruiti in modo da favorire la loro fioritura.


Mi sono poi posto la domanda che cosa potesse significare per gli adulti questo aforisma. Analizzando la quotidianità nella quale siamo immersi, non è difficile vedere come per molte persone sia difficile poter fiorire. I ritmi frenetici ai quali siamo sottoposti, gli ambienti di lavoro e di vita a volte soffocanti, sono alcune delle cause che potrebbero impedirci di realizzarci. 

Vivere queste situazioni porta alla censura o (in casi estremi) alla totale chiusura verso se stessi del proprio essere.  L'essere privato della possibilità di relazionarsi in modo autentico e costruttivo con gli altri esseri, è portato a creare strutture-situazioni esistenziali inautentiche, dove la chiacchiera, la noia, il malessere esistenziale dominano l'orizzonte della quotidianità. Il passo da uno stato di vita esistenziale sano ad uno patologico (più o meno grave) può, in questi casi di esistenza asfissiante, farsi breve. 


Che cosa possiamo fare per evitare queste situazioni? Senza sconfinare nel campo della psicologia che compete di più alla dottoressa Simona Pozzi[1], mi permetto di suggerire un semplice "esercizio filosofico" (molte volte utilizzato anche in campo psicologico) che potrebbe aiutarci ad uscire dalle situazioni di impasse esistenziali: cambiare punto di vista


Non si tratta di una frase fatta o di un "gioco" per bambini, ma di un esercizio filosofico che ci permette non solo di riflettere sul modo in cui gli altri vedono il mondo ma anche su come noi potremmo vedere diversamente la nostra vita. Cambiare punto di vista sulla nostra esistenza ci permette di cogliere gli aspetti che ci impediscono di fiorire, ci consente di mettere in evidenza quegli elementi che rendono il nostro ambiente vita asfissiante. Cambiare punto di vista ci permette di porre le basi per la scelta più difficile, quella di cambiare il nostro ambiente di vita, abbandonare le nostre strutture esistenziali conosciute per aprirci verso nuovi orizzonti. Cambiare punto di vista ci permette di porre il nostro essere, la sua crescita armonica al centro delle nostre scelte. 

L'aforisma "non restare mai dove non ti senti fiorire" non è un obbligo ma un invito che possiamo accettare o declinare. A noi spetta la scelta di optare per la conquista della nostra felicità



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Note

[1] La dottoressa Simona Pozzi sulla sua pagina Facebook offre diversi spunti, sopratutto ai genitori ed educatori, per creare ambienti di vita sani e costruttivi. 






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