“DIO NON SI VERGOGNA DELLA BASSEZZA DELL’UOMO” - PASQUA 2017

“Egli stesso è stato messo alla prova  in ogni cosa come noi. 
Accostiamoci dunque con piena fiducia 
per ricevere misericordia e trovare grazia” (Eb 4, 15-16)

“Dio non si vergogna della bassezza dell'uomo, vi entra dentro (...) Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l'insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono «perduto», lì egli dice «salvato»” (Dietrich Bonhoeffer) 






Il teologo riformato Dietrich Bonhoeffer nel parlare del rapporto di Dio con l’uomo, della modalità con cui il Padre entra in comunione con i figli, si sofferma sul suo farsi uomo. Centrale nell’annuncio cristiano è il fatto che il divino non ha “paura” ad abbassarsi, a diventare carne ed ossa, a condividere con la sua creatura le gioie e le sofferenze quotidiane. È la logica dell’uomo a non riuscire a comprendere come ciò possa avvenire. L’uomo contemporaneo, rapito nei vortici caotici di questa esistenza che non lascia spazio al proprio divenire, sembra non riuscire a trovare il porto dove poter ancorare la propria esistenza. Come naufrago assetato di verità e affamato d’amore, continua ad errare nelle tenebre che lo circondano. Tuttavia qualcosa accade. Qualcosa che in apparenza è insignificante, irrisorio rispetto al problema esistenziale. Un gallo, proprio quello di Simon Pietro, canta salutando il sorgere dell’alba. Quel canto che aveva destato la coscienza di Pietro, risveglia anche la nostra, catapultandoci dalle tenebre della notte all’alba di un nuovo giorno. Siamo sconvolti, presi da timore: che cosa accadrà ora? Gesù ci rivolgerà parole di rimprovero? No. “Egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi”, ci dice l’apostolo Paolo nella lettera agli Ebrei. Anche Gesù ha camminato su questa terra, ha provato la fatica del vivere quotidiano, ha provato gioia e tristezza. Dio, dunque, poiché ha condiviso con l’uomo l’esistere terreno, “non si vergogna della bassezza dell’uomo, ma vie entra dentro”. Entrandovi si fa carico di tutte le sue sofferenze, peccato compreso. Dio però non si ferma a questo “semplice” caricarsi della misera vita umana, ma dove i nostri simili dicono che noi siamo perduti, egli ci dice che siamo salvi. Per quanto possiamo essere turbati, persi in noi stessi o nel mondo, non dobbiamo disperarci poiché Dio è con noi. Anche quando ci diranno che siamo perduti, quando ci sentiremo emarginati dal mondo, perché diversi rispetto a come il mondo ci vuole, non dovremo temere perché la sua mano e la sua voce saranno tese verso di noi, attraverso quelle di chi ci ama. È questo il senso dell’annuncio pasquale: Dio che si è avvicinato alla nostra bassezza, che si è fatto carico delle nostre sofferenze, della nostra angoscia, del nostro sentirci emarginati del mondo, ci consola con la sua risurrezione donandoci il suo amore e la sua grazia. 

Commenti

Post popolari in questo blog

“Vincent Van Gogh - Sulla soglia dell’eternità”

La vita... come un palcoscenico

Tre serate di filosofia del diritto