STORIA DI CHIESE SORELLE
Cattolici e Valdesi a Torino in uno storico incontro
 
 

Lunedì 22 giugno il vescovo di Roma Francesco, durante la sua visita pastorale a Torino dove ha sostato in preghiera davanti alla Sindone, ha fatto visita, su invito della Chiesa Valdese, al tempio Valdese cittadino. Un evento storico, senza precedenti. Infatti mai prima di allora un romano pontefice era entrato in un tempio di quella che, unitamente ai fratelli ebrei, rappresenta la più “grande” minoranza religiosa in Italia. Il suo predecessore Benedetto XVI aveva già fatto visita il 14 marzo 2010 al tempio Luterano di Roma, come già Giovanni Paolo II il 2 dicembre 1983, ma nessun pontefice aveva mai visitato una Chiesa Riformata italiana. I Valdesi infatti possono essere considerati come l’espressione Riformata più tipica della nostra penisola. Nati dalla predicazione di Valdo di Lione nel XII secolo, che sull’esempio di Francesco d’Assisi voleva una Chiesa più povera e più autenticamente evangelica, si diffondono presto in gran parte dei territori confinanti compresa l’Italia. Se alla morte del suo fondatore (1205-1207), il valdismo non si era staccato con uno scisma dalla Chiesa di Roma, sarà successivamente con l’avvento della Riforma Calvinista nel 1532 che i Valdesi matureranno, a seguito anche di numerose e durissime persecuzioni perpetrate dall’Inquisizione, di staccarsi da Roma. La storia dei Valdesi sarà segnata da continue persecuzioni da parte degli inquisitori romani (basti ricordare i massacri delle Pasque piemontesi[1] del 1655), fino al 1848 quando Carlo Alberto concederà la libertà di culto alla Chiesa Valdese e potrà essere edificato il tempio di Torino. 

Al di là dei successivi sviluppi storico – teologici, la visita di lunedì 22 giugno rappresenta un momento importante di ecumenismo. A coronamento di questo importante gesto, si collocano le parole che papa Francesco ha pronunciato “Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci![2]. Parole cariche di significato che sottolineano la volontà di voler realmente fare ecumenismo, di voler tentare seriamente di ricreare quell’unità tra le chiese sorelle che è stata infranta nel corso della storia. Lo stesso moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, commentando all’agenzia evangelica NEV[3] le parole di papa Francesco ha affermato “La sua richiesta di perdono ci ha profondamente toccati e l’abbiamo accolta con gioia. Naturalmente non si può cambiare il passato, ma ci sono parole che a un certo punto bisogna dire, e il papa ha avuto il coraggio e la sensibilità per dire la parola giusta”.  Parole che si inseriscono sul solco di “scambi ecumenici” che hanno avuto luogo la scorsa Pasqua tra la comunità cattolica che ha donato il pane per la Cena del Signore alla comunità valdese, e quest’ultima che ha ricambiato con il vino per la celebrazione dell’Eucarestia. Pur divisi dal punto di vista dottrinale, le due chiese sorelle dialogano a piccoli passi tra di loro, non solo a parole ma anche con gesti concreti di fraterna carità.

Tuttavia il mondo cattolico, come sottolinea anche la rivista Riforma[4], non ha accolto con totale gioia la visita e le parole del romano pontefice al tempio valdese. In particolare navigando in Internet e consultando il blog “In tua justitia”[5], è possibile constatare la diffidenza e il netto rifiuto delle parole e dei gesti compiuti durante la visita del pontefice. Alla base di questa reazione vi è l’idea che le persecuzioni (il blog ricorda una che causò il martirio di Bartolomeo Cerveri di Savigliano, e la disputa teologica intercorsa tra Giovanni Bosco e alcuni valdesi) inflitte dai valdesi ai cattolici siano state più dolorose rispetto a quelle della chiesa di Roma verso i fratelli riformati. Inoltre, dato che il blog rappresenta la voce del mondo cattolico ultra conservatore, rimane ferma convinzione che l’ecumenismo (se di questo si può parlare) può essere perseguito unicamente con il “ritorno dei dissidenti nell’unica vera chiesa di Cristo, sotto la suprema autorità di Pietro e dei suoi legittimi successori” (Pio XI, Mortalium animos). Non vi è quindi alcuna possibilità di dialogo, di conoscenza/comprensione reciproca. È curioso che tutto questo avvenga nell’anno (e nel giorno) in cui ricordiamo i vent’anni dalla morte di Yves Congar. Il teologo Congar fu uno dei pionieri dell’ecumenismo che dialoga e cerca di comprendere le chiese sorelle. Per le sue posizioni fu duramente ostacolato duranti i pontificati di Pio XI e Pio XII, per essere poi riabilitato e trovare riscatto sotto Giovanni XXIII e la grande primavera del Concilio Vaticano II. È lo stesso Congar che nei suoi ultimi scritti fa notare che si è passati dal vento della primavera conciliare nel quale il dialogo era a fondamento di ogni azione ecclesiale, ad altre stagioni che ci fanno vivere in un clima di tiepida convivenza con la constatazione delle reciproche diversità. Non è più possibile fare nulla? Davvero dobbiamo arrenderci alla constatazione delle differenze? A conclusione dell’incontro di papa Francesco con il mondo valdese, il pastore Eugenio Bernardini e la comunità torinese hanno fatto dono al vescovo di Roma di una copia della Bibbia di Olivetano, pubblicata nel 1535 a Neuchâtel (Svizzera), che costituisce la prima traduzione in lingua francese del testo sacro. Con questa consegna, a mio avviso simbolicamente a tutto il mondo cattolico e non solo, dobbiamo impegnarci nel dialogo ecumenico partendo proprio dalle radici, da quella Parola che si è fatta carne. Non mancheranno certamente le divergenze di interpretazione circa i vari versetti, ma chi può dire che proprio queste diverse interpretazioni non possono costituire il terreno fertile per una nuova primavera tra le chiese? È dal dialogo e dall’ascolto anche delle diverse esegesi che noi possiamo sempre più afferrare la realtà misteriosa di quel Dio che ci ricorda “le mie vie non sono le vostre vie, e i miei pensieri non sono i vostri pensieri” (Is 55:8).

 L’allora giovane teologo Joseph Ratzinger e il teologo Yves Cogar
 
La consegna della Bibbia di Olivetano


[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Pasque_piemontesi
[2] http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2015/june/documents/papa-francesco_20150622_torino-chiesa-valdese.html
[3] http://www.nev.it/content/ecumenismo.php
[4] http://riforma.it/it/articolo/2015/06/22/le-reazioni-del-mondo-cattolico-felicita-e-perplessita
[5] http://intuajustitia.blogspot.it/

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